CEO Alessandro Persia

Nel blog post precedente abbiamo chiesto ad Alessandro Persia,
fondatore e AD di Ripet, di raccontarci com’è nato il progetto e cosa rende la nostra un’azienda all’avanguardia (leggi l’intervista).
Approfondiamo qui i legami e le alleanze che hanno permesso all’idea di prendere forma e di raggiungere in pochi anni migliaia di cittadini, attraverso un sistema che incentiva la raccolta e il recupero delle bottiglie in PET, a vantaggio della collettività e dell’ambiente.

Che ruolo ha, nel sistema bottle-to-bottle, la Grande Distribuzione?

Un ruolo determinante, fin dalla nascita di Ripet.
L’idea nasce proprio osservando il sistema di raccolta dei paesi del Nord Europa, in cui, di fatto, chi
immette sul mercato imballi primari in plastica deve mettere in piedi un sistema per recuperarli. La cauzione restituita attraverso il “vuoto a rendere” è in questi casi un incentivo determinante che porta i consumatori a restituire gli imballaggi dopo l’uso, con un tasso di recupero invidiabile, pari al 98%.

E dove avviene la raccolta? Per lo più nei punti vendita della GD (Grande Distribuzione).
Si tratta di luoghi frequentati dalla maggior parte dei cittadini, luoghi dove si acquistano l’acqua e il latte e dove è comodo riportare le bottiglie al momento di fare nuovamente la spesa.

Il nostro modello di business si basa su questi presupposti e sulla volontà di coinvolgere grandi numeri di persone, per ottenere risultati tangibili e significativi su larga scala. Abbiamo progettato le nostre macchine pensando a questo, e le destiniamo ad un uso esterno – di solito sono i parcheggi dei punti vendita – proprio per andare incontro al consumatore, rendendo la consegna più comoda e agevole possibile.

Come siete riusciti a entrare in questo settore?

Abbiamo ragionato su un sistema che porti un vantaggio a tutti gli attori coinvolti.
Innanzi tutto, la macchina è installata in un luogo alla portata di cittadino – sempre pensando ai grandi numeri – e la consegna delle bottiglie vuote offre un vantaggio attraverso l’accumulo di punti fidelity del
punto vendita adiacente.
Per parte sua, la catena commerciale offre un servizio apprezzato dai clienti e li fidelizza: lo dimostrano i
numeri eccezionali che registriamo in particolare nel Sud Italia, dove alcuni dei nostri ecocompattatori
raccolgono fino a 6.000 bottiglie al giorno. Anche le macchine recentemente installate in provincia di Firenze hanno raggiunto queste stesse performance: l’interesse c’è e sta crescendo.

Come accennato nell’intervista precedente, poi, i produttori che immettono sul mercato gli
imballi in PET e i riciclatori, aderendo al sistema attraverso il consorzio Coripet, beneficiano di un sistema efficiente per assolvere ai rispettivi compiti, mentre il tasso di raccolta e riciclo del PET aumenta, a beneficio dell’ambiente e di tutta la collettività.

Con quali catene collaborate?

Siamo partiti con Leclerc e alcuni punti Carrefour già nel 2007, attraverso il progetto Mr Pet, che è
precedente alla fondazione di Ripet. Il gruppo Dentis riprese successivamente l’iniziativa nominandola
SupermarPet.
Al momento della fondazione di Ripet, nel 2018, i primi a credere nella nostra proposta sono stati i referenti di Deco Campania, seguiti da Pam Retail e dal gruppo Dimar – Mercatò. Possiamo dire che l’iniziativa è decollata inizialmente grazie alle piccole catene, che si sono mostrate particolarmente recettive e disposte a mettersi in gioco in qualcosa di nuovo.
Oggi siamo presenti anche nella grande distribuzione e in generale in tutte le catene più conosciute, in punti vendita come Esselunga, Conad, Coop, Leroy Merlin, Pam e CRAI, oltre a Carrefour che ho già
menzionato.

Lavorate anche con altre aziende?

Sì. Un esempio su tutti: la collaborazione con Coca-Cola Italia.
Siamo partiti con il Summer Fest nel 2021, per poi replicare l’anno successivo. Eravamo anche al Christmas Village che ha girato l’Italia nel periodo natalizio degli ultimi due anni, e siamo stati coinvolti nel corso di importanti eventi interni all’azienda, come l’inaugurazione della nuova sede di Gaglianico (Biella).

In queste occasioni le nostre macchine sono parte integrante dell’allestimento dell’evento e sono ben visibili, per favorire la raccolta delle bottiglie in PET utilizzate dagli avventori nel corso dell’iniziativa stessa.

E la Pubblica Amministrazione?

Abbiamo sempre cercato di collaborare con l’ente pubblico, nell’ottica di supportarlo verso l’obiettivo comune di incrementare i tassi di riciclo in tutta Italia.
La raccolta delle bottiglie in PET da parte delle nostre macchine, nella maggior parte dei casi, passa
attraverso il consorzio Coripet, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente. Anche i Comuni e le Università che lo desiderano possono far installare nelle proprie sedi gli ecocompattatori e incentivare direttamente la raccolta.
C’è poi la collaborazione con le scuole, un progetto che intendiamo sviluppare, soprattutto per la sua valenza educativa. L’esperienza, in collaborazione con i Comuni, ad oggi è molto positiva: grazie all’uso di una tessera, le classi più virtuose nella raccolta vincono un contributo per acquistare materiale didattico per l’anno successivo.

A quando Ripet oltre confine?

Presto!
Stiamo lavorando per sviluppare proposte in Spagna, Polonia, Albania.

La nostra tecnologia all’avanguardia suscita interesse. Inoltre c’è un mercato in crescita, anche perché in
alcuni paesi si va verso normative volte a incentivare la raccolta e il recupero del PET, anche con il coinvolgimento dei produttori che immettono bottiglie in plastica sul mercato. Noi siamo pronti a supportarli.